Tu di quale realtà sei? La nuova offerta tecnologica di Vera Canevazzi Art Consulting e le fazioni del virtuale

 In personaggi
Un’opera di Riccardo Ten Colombo in realtà aumentata.

Anche nel mondo del virtuale ci sono diverse scuole di pensiero, o se preferite delle fazioni, un po’ come succede nel mondo del calcio. Una delle grandi contrapposizioni, se così si può dire, riguarda i tifosi della realtà virtuale e quelli della realtà aumentata. Lo dico con il sorriso sulle labbra perché poi, in definitiva, si tifa tutti per le nuove tecnologie, che al netto della pandemia sono destinate a cambiare la nostra vita. In ambito artistico e curatoriale una delle fazioni è composta da chi parteggia per le gallerie virtuali; e già qui ci sono più contrade che al Palio di Siena, tra quelli che promuovono le gallerie virtuali low cost, quelli che sostengono che le migliori sono quelle customizzate, quelli che le sognano in stile videogames e quelli che considerano solo quelle di lusso da visitare con il visore, magari firmato Louis Vuitton. Tra le contrade del palio del virtuale ci sono poi i sostenitori dei tour a 360°, e poi i fedelissimi di Matterport, ma anche i fedelissimi dei rendering e di 3D Studio Max. Le cose si complicano ulteriormente se poi parliamo di Mixed Reality, di Cross-Reality, e si finisce in un vero ginepraio se si attacca col discorso dei mondi virtuali, dove troviamo tremila diramazioni, dai puristi di Second Life della prima ora alla next gen di Second Life, ai trendsetter di Sinespace fino agli esploratori di Sansar. Insomma, non basta dire virtuale per esaurire la questione, perché il virtuale è una Babele di linguaggi infinita. E poi si passa dall’alta parte del campo, alla AR, la realtà aumentata, che rappresenta un’alternativa alla realtà virtuale. Qui prende finalmente forma la contrapposizione dei gusti: difficilmente a uno piacciono sia la AR sia la VR, è come chi preferisce la moto o la macchina, il mare o la montagna, il Bond di Sean Connery e quello di Daniel Craig, Bach o Beethoven. Sono veramente due cose diverse e difficilmente mettono tutti d’accordo. Ma dicevamo della realtà aumentata. Diciamo innanzitutto che fa parte di un approccio molto diverso dalla realtà virtuale. Con la realtà virtuale di base vivi in un mondo a parte, che sia nel web o nel visore.

Screenshot da “Art Consulting goes digital”, video di Francesco Clerici, 2021, opere di Velasco Vitali.

Con la AR (attualmente si è superata anche la fase del QR Code e si può inquadrare direttamente l’immagine in questione) invece tendi a modificare, ad aumentare appunto, l’ambiente in cui ti trovi fisicamente. Con la realtà aumentata puoi animare un fumetto, puoi provarti virtualmente un Rolex, puoi leggere Proust e vederti comparire davanti agli occhi Odette che fa cattleya con Swann. Tutta questa riflessione è nata dopo aver letto il comunicato Art Consulting goes Digital, sui nuovi servizi digitali proposti da Vera Canevazzi Art Consulting. Vera Canevazzi, che per quanto giovane è una delle voci più autorevoli nel mondo dell’arte, svolgendo un’intensa attività di consulenza artistica per privati, aziende, artisti, gallerie, istituzioni culturali, studi d’architettura e di interior design, ha intercettato un’esigenza fondamentale del nostro tempo, e ha proposto una serie di servizi innovativi che si basano soprattutto sulla realtà aumentata. In particolare, consente ai collezionisti di testare virtualmente una galleria d’arte a casa propria, “posizionando” sulle pareti della propria casa le opere selezionate, secondo una tecnica proposta qualche anno fa da Ikea per l’ambientazione degli arredi. Sono diverse le proposte di Art Consulting goes Digital: all’interno della sezione Augmented Reality Gallery periodicamente saranno presentate mostre che ogni utente può visualizzare in casa propria, trasformando virtualmente il salotto in una galleria d’arte, ammirando le opere attraverso lo smartphone o il tablet. Un altro servizio, chiamato Augmented Reality Advisory, tiene conto anche di tutte le questioni tecniche legate all’acquisto di nuove opere o al riallestimento delle proprie collezioni.

Vera Canevazzi che indossa Hololens 2. Screenshot da “Art Consulting goes digital”, video di Francesco Clerici, 2021.

Inoltre è previsto l’utilizzo degli occhiali HoloLens 2, che sfruttano la tecnologia della realtà mista,per rendere la consulenza artistica ancora più personalizzata e immersiva: in questo caso i collezionisti possono visualizzare le opere selezionate in soggettiva – senza l’intermediazione di un telefono o di un tablet – direttamente all’interno dei propri spazi. Fa parte delle nuove proposte anche il servizio di Augmented Reality Exhibition, svolto da Vera Canevazzi Art Consulting in partnership con la curatrice Ilaria Bignotti. In questo caso ci si rivolge a gallerie d’arte, fiere, case d’asta, artisti e musei che vogliano sfruttare la realtà aumentata per le esposizioni di opere d’arte.

All’interno del proprio sito web gli enti potranno disporre di mostre curatoriali scaricabili dagli utenti, con eventuale corredo di catalogo digitale, e-commerce, video promozionali, social media, gamification. E’ un segnale importante quello di Vera Canevazzi Art Consulting, una scelta decisiva che testimonia la necessità di dialogare con un mondo, quello delle nuove tecnologie, che non può più essere lasciato fuori dalla porta. Che poi si preferiscano le gallerie virtuali o la realtà aumentata poco importa. Il concetto è che il mondo sta cambiando e in un modo o nell’altro ci si deve adeguare. Il prossimo capitolo riguarderà i curatori delle mostre virtuali. E come dicono a Striscia, per il momento, ma solo per il momento è tutto.


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