Bruno Cerboni spiega perché ha successo con gli NFT in due eventi del MoICA
Se si parla di innovazione tecnologica in Italia, è imprescindibile fare il nome di Bruno Cerboni. In qualche modo lui è l’innovazione. State sicuri che dove c’è qualcosa di nuovo e di intrigante nell’aria c’è lui, l’ingegnere visionario, in avanscoperta. Cerboni è come gli scout che scovano per primi nuovi sentieri, è uno che ha grande fiuto per le novità, e che dalla sua ha un solidissimo background nell’ambito della tecnologia e ora anche dell’arte. Ormai ci ha abituati alle sue anteprime di tutte le novità che poi diventeranno mainstream: quando ancora non si parlava di Second Life, lui aveva già un suo business plan per portare in quel mondo virtuale i grandi brand; quando si sentiva il bisogno di dotarsi di mondi virtuali proprietari, lui aveva pronto Moondus; anni fa, quando nessuno ci pensava, Cerboni già interagiva con l’Intelligenza Artificiale per creare opere che reinterpretano in chiave digitale la grande tradizione figurativa.
Oggi, nella sua veste di scienziato-artista, si cimenta con gli NFT e riesce a ottenere anche interessanti risultati. Tra l’altro, le sue opere sono presenti sulla piattaforma MakersPlace, una delle più ambite dai cryptoartisti. In poche parole, Cerboni vende, cosa non semplice in un mondo dove tanti ci provano ma pochi arrivano al risultato. Se volete saperne di più, per capire quali siano le strategie e il modo di pensare di questo visionario sempre in anticipo sui tempi, potete partecipare a due eventi organizzati da Italian Crypto Art, che gestisce anche il progetto del Museum of Italian Crypto Art (MoICA), una realtà ricca di collaborazioni di spicco del settore cripto-artistico (tra gli artisti, Federico Clapis, Andrea Marcias, Ulisse Poggioni), che punta ad essere un leader del settore NFT/ART in Italia. Gli appuntamenti con Bruno Cerboni sono due: il primo il 14 aprile alle 21,30 sul canale Telegram del MoICA, e l’altro il 16 aprile alle 16,30 su The Nemesis, dove ci sarà un mintaggio in diretta di una delle sue opere. Come ha detto Cerboni, “la crypto art rappresenta una svolta per gli artisti digitali. C’è un sistemsa preciso di identificazione che individua artista e possessore: l’opera viene tracciata sempre e non ci sono falsificazioni. E’ una svolta generazionale”.