Raffaele Gentiluomo, le antichità come non le avete mai viste
Raffaele Gentiluomo lavora nell’ambito del virtual heritage, ovvero della valorizzazione del patrimonio architettonico attraverso le nuove tecnologie digitali. 3D Video Producer, specializzato in realizzazione di filmati in 3D Computer grafica relativi a ricostruzioni di siti archeologici, riporta alla vita siti storici e archeologici grazie alle sue realizzazioni virtuali assolutamente fedeli agli originali. Inoltre mette a punto tecnologie e contenuti digitali per dispositivi mobili per la valorizzazione e la comunicazione dei beni culturali e progetta esposizioni museali interattive e multimediali. Un campo, questo, di grandissimo interesse, dato che permette di vedere sotto una nuova luce le testimonianze del passato, potendo ammirare le meraviglie dell’antichità così com’erano in origine.
Tra le sue versioni virtuali di importanti complessi architettonici storici, quali sono le più significative?
Ho iniziato a realizzare le prime ricostruzioni virtuali in 3D nel 2003, alcune di siti archeologici poco conosciuti, altri molto famosi come Pompei, Ercolano, Stabia, ed è in questi ultimi, che ho avviato uno stimolante percorso di studio sugli scenari di vita quotidiana e sulle antiche architetture romane di duemila anni fa attraverso le ricostruzioni virtuali in 3D. I filmati che realizzo vengono esposti al Mav Museo Archeologico Virtuale di Ercolano, il primo museo al mondo che è riuscito a contestualizzare le ricostruzioni 3D storiche come opere museali video proiettate in un percorso multisensoriale e interattivo. Fra le più importanti che ho realizzato c’è tra le ultime ricostruzioni, la bellissima Villa dei Papiri di Ercolano, commissionata al Museo Mav dal Getty Museum di Los Angeles in occasione della mostra Buried by Vesuvius. Non meno importante, è stata la ricostruzione storica in 3D della Casa del poeta tragico di Pompei commissionata al Museo Mav dal British Museum di Londra in occasione della mostra Life and death in Pompeii and Herculaneum un’impresa ardua è impegnativa che ho dovuto realizzare in poco più di tre mesi di lavoro.
Attualmente qual è il modello di riferimento quando si fa una versione virtuale di un’architettura? Quali piattaforme si utilizzano di più?
Non ho modelli di riferimenti in particolare, in genere le references che consulto sono soprattutto libri di archeologia o di storia dell’arte oltre alla consulenza scientifica degli archeologi. I filmati che realizzo propongono, attraverso le immagini tridimensionali, scene di vita di duemila anni fa in un contesto scenico che esalta la bellezza delle architetture romane, facendo riferimento alle parole del grande architetto Le Corbusier, secondo cui “L’architettura è il gioco sapiente, rigoroso e magnifico di volumi sotto la luce”, cerco di usare al meglio le luci di scena impostandole in modo da esaltare quelli che erano i colori dell’epoca e cercando di esaltare la magnificenza di quelle che erano splendide architetture di una volta con un minuzioso studio della fotografia. Il software che ho sempre usato e che ritengo sia quello più adatto è 3D Studio Max, completo per ogni aspetto: modellazione, animazione, luci, rendering, etc., efficace per ottenere scene realistiche e risultati ottimali. Per la realizzazione di modelli navigabili e interattivi, la piattaforma Unity risulta essere una delle più usate nel settore.
Nei progetti che realizza vengono aggiunti anche vari contenuti multimediali?
In alcuni casi i filmati di ricostruzioni 3D vengono integrati con interazioni applicate per la visualizzazione di contenuti ipertestuali che raccontano particolari architettonici interessanti, in altri casi i contenuti multimediali descrivono la funzionalità di un particolare ambiente come per il filmato realizzato sulle terme dell’antica Herculaneum.
Quanto è importante lo storytelling nel progetto di un museo virtuale?
Lo storytelling è ormai indispensabile per le esposizioni museali; nel caso di ambientazioni museali virtuali risulterebbe più complesso stilare un vero e proprio storytelling visto che l’utente, a differenza del visitatore di un vero museo, rivive un’esperienza meno sensoriale e percependo un coinvolgimento più distante sul piano emozionale. Uno storytelling ben strutturato adatto ad un percorso virtuale, realizzato dal curatore della “Piattaforma Museo” aiuterebbe comunque l’utente ad acquisirne l’importanza delle opere virtuali esposte e la loro storia, impostando così un percorso emozionale evitando che l’utente si disorienti perdendosi negli infiniti poligoni virtuali.
Le sue realizzazioni in 3D vengono poi fruite all’interno dei musei oppure da casa, nel proprio computer?
Dal 2008 mi occupo dei contenuti in 3D Computer Graphics esposti al Mav Museo Archeologico Virtuale di Ercolano; i filmati che realizzo vengono esposti nell’Exhibit Museale, in alcuni casi anche in mostre internazionali, come la ricostruzione della Casa del Citarista di Pompei esposta alla mostra Pompei. Vita sul vulcano presso l’Hypo-Kulturstiftung di Monaco di Baviera ed al Bucerius Kunst Forum di Amburgo, la ricostruzione di Villa dei Papiri esposta al Getty Museum di Los Angeles e a Madrid presso il Matadero, la Casa del poeta tragico esposta alla mostra Life and death in Pompeii and Herculaneum presso il British Museum di Londra e al National Museum of Korea di Seul, la Casa del labirinto di Pompei esposta presso la Casa del Lector di Madrid, il Making of della ricostruzione dell’Antico Teatro di Ercolano, premiato come miglior film straniero presso il Carrousel du Louvre di Parigi.
Come vede il futuro dei musei virtuali da visitare all’interno del computer?
E’ ovvio che se per musei virtuali si intende la versione online fatta di foto 360° del museo, resta sempre più interessante visitare il museo di persona, finché è possibile visitarlo. Sarebbe interessante, invece, che ogni museo avrebbe il proprio “museo alter ego virtuale” inteso come una piattaforma online con grafica tridimensionale realizzata ad hoc e che sia interattiva e multiutente, fruibile soprattutto tramite applicazioni VR o meglio ancora del tipo XR Experience, così da ottenere un approccio più immersivo e coinvolgente.
Ci sono già gallerie e musei virtuali con scenari simili a quelli dei videogames di successo?
Tra le più famose piattaforme virtuali c’è sicuramente Second Life, che negli ultimi anni ha ottenuto una resa grafica soddisfacente, ma ancora lontana dalla grafica realistica quasi cinematografica che propongono i videogames di successo.