Daniel Brandão: gli spazi virtuali senza qualità non sono vincenti
Una volta il Grand Tour si faceva a cavallo, più recentemente in auto o in aereo. Adesso, se si vuol fare un viaggio alla scoperta delle architetture virtuali più intriganti e dei monumenti più ricchi di fascino, basta accendere il computer e andare su siti come CGTrader. I portfolio di quei siti sono i nuovi atlanti dell’architettura, e cercando di trovano esempi notevoli, come le biblioteche, i grattacieli e i palazzi realizzati in 3D da Daniel Brandão aka Brykmann, che abbiamo intervistato sul tema delle gallerie e dei musei virtuali.
I musei virtuali che si possono vedere nel web in generale sono abbastanza diversi dalle architetture virtuali che hai progettato. Si possono trovare molti tour virtuali a 360 ° e alcune gallerie virtuali minimaliste, con spazi espositivi molto semplici. Perché i musei non fanno qualcosa di più spettacolare?
Questa è una critica che ho sentito spesso da galleristi e musei. Temono che l’architettura si sovrapponga all’opera d’arte e che la privi del suo essere protagonista. Secondo me è una critica senza fondamento.
Perché se l’opera d’arte ha una sua qualità, l’architettura non la metterà mai in discussione. Preferiscono i cosiddetti spazi neutri, dove l’unica cosa interessante da vedere sono le opere d’arte stesse. Ma corrono il rischio di ottenere il risultato opposto: spazi insipidi e poco interessanti non offrono buoni ambienti espositivi. Sono spazi indefiniti, indeterminati, che possono essere efficienti e ben illuminati, ma senz’anima e poco stimolanti.
Vincent Scully, deplorando la distruzione della Penn Station ad opera di McKim, Mead e White negli anni Sessanta, disse in modo eloquente: “Eravamo abituati a entrare come dei, ora ci strisciamo dentro come topi”. Il monumentale edificio venne sostituito da un altro più funzionale e efficiente, e l’individuo, ora un essere generico, fu ridotto a un semplice passante. Qualcosa di simile si può dire dell’architettura di alcune gallerie e musei quando espongono opere d’arte. Si perde il piacere di attraversare uno spazio e di scoprirlo, se non è composto da una serie di episodi spaziali interessanti, in cui l’opera d’arte può essere parte degli eventi che catturano la nostra attenzione. Un gallerista, invece di rivendicare uno spazio senza carattere, potrebbe chiedersi qual è il modo migliore per esplorare il potenziale di un dato luogo, cos’ha da offrire e qual è il modo migliore per esporre opere d’arte. Una sfida piuttosto che un vincolo. L’architettura barocca ne è un perfetto esempio. Che ne sarebbe di Versailles senza i parterre e gli specchi d’acqua, senza le sculture che fiancheggiano i sentieri e punteggiano gli angoli? L’architettura di Piazza Navona, come la facciata del Borromini per la chiesa di Sant’Agnese in Agone, non toglie nulla alle sculture del Bernini. Al contrario, tutto fa parte di un set dialogante, e tutti questi pezzi, in comunione, si arricchiscono a vicenda.
Ha mai creato modelli virtuali di architetture di musei?
Ho avuto clienti da vari settori (architettura, industria cinematografica, videogiochi), ma non vogliono apparire. Preferiscono mantenere segreti i loro progetti per evitare di essere plagiati o per vedere il loro lavoro copiato prima che sia finito.
Quali sono le migliori piattaforme per creare gallerie e musei virtuali? Unity, Unreal, Matterport…?
Non ho mai usato nessuno di questi strumenti. Avendo studiato architettura, i miei strumenti sono i più adatti per la progettazione architettonica e la modellazione come ArchiCAD, SketchUp o 3DS Max. Con un programma come SketchUp puoi modellare qualsiasi cosa molto rapidamente, ma c’è una certa limitazione nella modellazione in certi modi e forme. 3DS Max non ha le stesse limitazioni. È un programma che serve per quasi tutto, è multiuso. Ma questa è la sua forza e la sua debolezza allo stesso tempo. Sto pensando di imparare Unreal. Ho visto persone lavorare con questo strumento e mi è sembrato molto interessante.
Quali sono i migliori esempi di musei virtuali? In generale le loro versioni virtuali sono sempre tour a 360 °. Hai visto degli spazi architettonici interessanti realizzati con motori come Unity o Unreal?
Penso che ci sia la possibilità di fare molto meglio di un semplice tour a 360º. La tecnologia ci consente già di andare molto oltre. Utilizzando strumenti come Unreal, i musei potrebbero offrire la possibilità di vagare virtualmente nelle loro stanze più liberamente invece di costringere a fare i soliti percorsi e ad avere punti di vista predeterminati. Smetteremmo di essere spettatori, per essere, appunto, visitatori. Un visitatore è qualcuno che cammina attraverso gli spazi e ha un’esperienza visiva, sonora e tattile. Sarebbe anche interessante, come nei videogames aggiungere suoni e luci differenti, che potrebbero cambiare a seconda dello spazio che il visitatore attraverserà in un dato momento. Il modo in cui risuona un patio sarà diverso da quello di una grande sala. Si dovrebbe sentire anche l’architettura.
Sarebbe possibile realizzare gallerie virtuali con la stessa grafica dei videogames di ultima generazione?
Se guardiamo un gioco come Star Citizen, dove si può viaggiare liberamente tra sistemi solari e pianeti, dove ogni pianeta ha una o più città, montagne, oceani e alberi, costruendo un museo virtuale, anche grande quanto, per esempio il Louvre, sarebbe un gioco da ragazzi.